Nel bel mezzo di Piazza Bandiera in zona della Nunziata, accerchiato dalle automobili, si trova il barchile di Enea.
Il monumento, in origine un semplice barchile con fontana abbellito da una sinuosa sirena, fu realizzato nel 1578 da Taddeo Carlone.
La sua primitiva collocazione era al centro di Piazza Soziglia nel cuore macelli.
Da qui, in seguito alle proteste degli abitanti che lo ritenevano troppo ingombrante, venne trasferito in Piazza Lavagna.
Purtroppo nel frattempo la sirena era stata danneggiata dalle sassate dei monelli del quartiere che la utilizzavano come bersaglio e quindi, poiché mutila in più parti, ricoverata in un magazzino in attesa di essere restaurata.
Ma non finisce qui perché nel 1844 la fontana venne nuovamente spostata, priva della sirena, in Piazza del Fossatello.
Intanto – facciamo un piccolo passo indietro – nel 1726 venne incaricato il celebre scultore carrarese Francesco Baratta di realizzare la splendida composizione intitolata la “Fuga di Enea da Troia”.
L’artista nella sua scultura celebra uno dei momenti più alti della cultura occidentale rappresentando la commovente scena in cui Enea, che ha perso tutto, è costretto ad abbandonare la città con quanto di più prezioso gli è rimasto, ovvero il figlio Ascanio aggrappato alle braccia e il vecchio padre Anchise caricato sulle spalle.
Le mani dei protagonisti convergono sul palladio, simulacro della dea Pallade Atena che, secondo la tradizione, Enea avrebbe portato a Roma.
Le peregrinazioni della fontana di Enea e famiglia terminarono nel 1870 quando il gruppo marmoreo venne spostato definitivamente nella locazione odierna in Piazza Bandiera dove in precedenza si era insediato il nuovo mercato di frutta e verdura.
“Il barchile di Enea”. Foto di Leti Gagge.